martedì 21 luglio 2015

Storia della Maddalena di Aversa ...

Fondato nel 1269 per volere del re Carlo I d’Angiò all’esterno delle mura angioine, il complesso della Maddalena fu edificato nei pressi dell’antica porta San Nicola, oggi via Giovanni Linguiti.
Nato per la cura e assistenza dei malati di lebbra, si ritiene che il complesso fosse gestito dai Cavalieri ospedalieri di San Giovanni che ai tempi amministravano i due terzi dei lazzaretti d’Europa, essendo la lebbra una malattia dominante in tutti i paesi europei. Possiamo trovare una vasta letteratura che riguarda la struttura, la quale nei testi è meglio conosciuta come Hospitale Leprosorum S. Mariae Magdalenae, tuttavia, la diminuzione del numero dei malati e il trasferimento parziale del lebbrosario a Sant’Eligio portarono alla dismissione del complesso nel 1420 con successivo insediamento dei Frati Minori conventuali, i quali attraverso delle modifiche lo trasformarono in convento.
Questi permasero fino al 1813, quando un decreto lo designò come “Ospedale dei pazzi” e un successivo decreto dello stesso anno fece trasferire i Francescani nel convento di San Domenico, inaugurando definitivamente la struttura il 5 maggio 1813 in seguito al trasferimento nella stessa di quaranta folli dall’ospedale degli Incurabili di Napoli. La direzione del nosocomio fu affidata all’abate Gennaro Maria Linguiti e sembra che le cure praticate all’interno fossero  all’avanguardia per i tempi. Queste erano basate su metodi terapeutici tali da permettere ai malati di lavorare e praticare varie attività, fino ad arrivare, in alcuni casi anche a guarigioni. Le coercizioni tipiche dell’epoca, nonché le repressioni e le reclusioni furono del tutto abolite. 
L’Istituto assunse una considerevole fama in tutta Europa, tanto da essere visitato e dai sovrani d’Austria, di Sassonia, di Russia e da medici, filosofi, giuristi, e intellettuali dell’epoca. Con il passare del tempo il manicomio andò ad assumere sempre più l’aspetto di un vero e proprio ospedale, migliorando e incrementando il personale sanitario e di assistenza.
Presso tale struttura, nel marzo 1944, fu costituito il Comando del Centro raccolta profughi del Ministero degli Interni, ciò causò un allontanamento di molti folli che, dispersi o ricoverati in altri luoghi, torneranno ad Aversa solo nel 1946, quando la vita ospedaliera riprese a esserci.  Si giunse, quindi, in seguito al degrado degli anni del conflitto mondiale e del dopo-guerra, al riconoscimento di Aversa come punto di riferimento nell’ambito psichiatrico, fino alla chiusura avvenuta verso la fine degli anni Ottanta del Novecento. 
Ecco questa la storia della Maddalena, alla prossima per nuove storie e approfondimenti ... 
Rosaria Uglietti

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