Fondato nel 1269
per volere del re Carlo I d’Angiò all’esterno delle mura angioine, il complesso
della Maddalena fu edificato nei pressi dell’antica porta San Nicola, oggi via
Giovanni Linguiti.
Questi permasero fino al 1813, quando un decreto lo designò come “Ospedale dei pazzi” e un successivo decreto dello stesso anno fece trasferire i Francescani nel convento di San Domenico, inaugurando definitivamente la struttura il 5 maggio 1813 in seguito al trasferimento nella stessa di quaranta folli dall’ospedale degli Incurabili di Napoli. La direzione del nosocomio fu affidata all’abate Gennaro Maria Linguiti e sembra che le cure praticate all’interno fossero all’avanguardia per i tempi. Queste erano basate su metodi terapeutici tali da permettere ai malati di lavorare e praticare varie attività, fino ad arrivare, in alcuni casi anche a guarigioni. Le coercizioni tipiche dell’epoca, nonché le repressioni e le reclusioni furono del tutto abolite.
L’Istituto assunse
una considerevole fama in tutta Europa, tanto da essere visitato e dai sovrani
d’Austria, di Sassonia, di Russia e da medici, filosofi, giuristi, e
intellettuali dell’epoca. Con il passare del tempo il manicomio andò ad
assumere sempre più l’aspetto di un vero e proprio ospedale, migliorando e
incrementando il personale sanitario e di assistenza.
Presso tale struttura,
nel marzo 1944, fu costituito il Comando del Centro raccolta profughi del
Ministero degli Interni, ciò causò un allontanamento di molti folli che,
dispersi o ricoverati in altri luoghi, torneranno ad Aversa solo nel 1946,
quando la vita ospedaliera riprese a esserci. Si giunse, quindi, in seguito al degrado degli
anni del conflitto mondiale e del dopo-guerra, al riconoscimento di Aversa come
punto di riferimento nell’ambito psichiatrico, fino alla chiusura avvenuta
verso la fine degli anni Ottanta del Novecento.
Ecco questa la storia della Maddalena, alla prossima per nuove storie e approfondimenti ...
Rosaria Uglietti
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